La taverna

L'attuale Taverna[1] della Famiglia dei Sangiorgiari lega indissolubilmente la sua vicenda ad una delle confraternite religiose della città di Gubbio fra le più importanti e longeve: La Confraternita della SS.ma Trinità detta della Misericordia.

Essa ebbe scopo religioso e di beneficenza, in particolare per la cura degli infermi poveri e bisognosi. Da principio gl’iscritti si adunavano, per le pratiche di pietà, in varie chiese ma nel 1590 acquistarono una casa “per fabbricarvi, come dice un cronista del tempo, la Chiesa, oratorio ed altre stanze  atte e comode per i loro bisogni” e costruirono la nuova chiesa del SS.mo Salvatore e l’oratorio annesso, in Via Baldassini, trasformando un palazzetto trecentesco. I suoi scopi erano il dare alloggio ai pellegrini che giungevano in Roma per gli Anni Santi, l'assistenza agli ammalati poveri dimessi dagli ospedali (antesignana dell'assistenza domiciliare) e l'adorazione del Santissimo Sacramento con le "Quarant'Ore.

La Confraternita ha avuto sempre un fine altamente umanitario oltre che religioso. Le prime Costituzioni della Confraternita furono approvate dal Vescovo Mariano Savelli nel 1580, dopo il suo rientro dal Concilio di Trento.

La confraternita riusciva ad accumulare denaro dalle donazioni, divenendo proprietaria di beni consistenti o titoli d’investimento, in modo tale da poter finanziare attività assistenziali di una certa importanza e per rendere più bella la loro sede. Complessivamente  la Confraternita possedeva 13 poderi per circa 490 ettari di terreno, tutto il fabbricato posto in Via Baldassini n° 22a dove aveva la propria sede, la chiesa e l’oratorio, ma sopratutto possedeva  la cantina in via Cristini n° 7 che costituisce l'attuale Taverna della Famiglia dei Sangiorgiari. In alcuni documenti è ricordato che in tale sala erano allineate due file di botti per una capacità complessiva di  circa 800 quintali di vino.

I laboratori produttivi della Confraternita annoveravano anche un mulino dell’olio, sempre in Via Cristini (ai n. 9 e 9a nella parte sud del fabbricato) e i magazzini in Via Baldassini n° 22 (attuale laboratorio di ferro battuto) per lo stoccaggio di derrate alimentari in particolare cereali, leguminacee varie, formaggi ed altri prodotti della campagna che, insieme al denaro, servivano per i sussidi mensili erogati alle lunghe liste di poveri.

Il  vescovo Mariano Savelli ordinò di costruire il campanile nel 1596. Il 29 novembre 1911 fu demolito, perché pericolante, esso era dotato di due campane che vennero trasferite nei magazzini della Congregazione.


[1] P. Salciarini, La chiesa e l’oratorio della Confraternita della SS. Trinita’ detta della  Misericordia in Gubbio,